Grazie al contributo fondamentale della ricerca scientifica, oggi in Italia il 60% dei pazienti oncologici è vivo a cinque anni dalla diagnosi di cancro e un milione di persone può essere considerato guarito. Questi due dati mostrano in maniera evidente l’importanza della ricerca clinica e la necessità di investire con forza in questo ambito, affinchè i pazienti possano accedere in tempi più brevi a terapie innovative e sicure. In Italia sono 183 i centri censiti che conducono ricerche cliniche in oncologia: il 23% in più rispetto allo scorso anno (da 149 a 183). Quasi il 50% si trova al Nord (90), il resto al Centro (44 centri) e al Sud (49 centri). Circa un terzo delle strutture (36%, pari a 66 centri) svolge più di 20 sperimentazioni all’anno, il 12% oltre 60. Tra le criticità emerse, la mancanza di risorse e personale: il 68% (124 centri) è privo di un bioinformatico e il 49% (89) non può contare sul supporto statistico. E la digitalizzazione, che consente di velocizzare e semplificare i trial, è ancora scarsa: solo il 43% utilizza un sistema di elaborazione di dati e il 37% una cartella clinica elettronica. Sono alcuni dei dati emersi dalla seconda edizione dell’Annuario dei Centri di Ricerca Oncologica in Italia, promosso dalla Federation of Italian Cooperative Oncology Groups (Ficog) e dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), un vero e proprio censimento delle strutture che realizzano sperimentazioni sui tumori nel nostro Paese. La ricerca è stata presentata presso il Ministero della Salute nell’ambito delle iniziative per la Giornata Nazionale dei Gruppi Cooperativi per la Ricerca in Oncologia, promossa da Ficog, per sensibilizzare i cittadini sull’importanza dei trial clinici indipendenti. Serve, avvertono gli esperti, “un cambio di passo per sostenere la ricerca accademica, anche perché oggi in Italia solo il 20% degli studi sulle nuove molecole contro il cancro è no profit”, quindi non sponsorizzata dall’industri farmaceutica. “Nel 2023 in Italia – afferma Evaristo Maiello, presidente Ficog – sono state stimate 395.000 nuove diagnosi di cancro. I tumori su cui si concentra il maggior numero di sperimentazioni sono quelli gastrointestinali, mammari, toracici, urologici e ginecologici. Il potenziamento delle infrastrutture di ricerca accademica è inoltre fondamentale per accrescere la capacità di resilienza del sistema sanitario di fronte alle pandemie“. Il potenziale della ricerca oncologica in Italia è “davvero significativo e i nostri studi sono all’avanguardia, ma servono più finanziamenti pubblici – evidenzia inoltre Francesco Perrone, presidente Aiom -. Vi sono forti criticità nella disponibilità di personale e di una solida infrastruttura digitale. Questi elementi impongono un cambio di passo“.
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